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LAICI IMPEGNATI
Fonte: SCRITTI DI BADEN; 1965 (MV)
Queste note sono probabilmente la
base dell'articolo PER RISPONDERE ALLA FIDUCIA DELLA CHIESA pubblicato su RS
Servire; 65,6-7 ed incluso nell'argomento Spiritualità Scout. Sono
qui riportate per affinità con l'argomento. Tra i compiti che il laico deve realizzare nel suo inserimento operante nella Chiesa, quattro vengono indicati come fondamentali: apostolato, evangelizzazione, testimonianza, consacrazione del mondo. Ciò che interessa qui è il modo con cui il laico deve sentirsi "impegnato" verso la Chiesa. Se questa dà al laico una responsabilità occorre che la risposta provenga da persone consapevoli, capaci, attente, intelligenti. È necessario che inizi realmente una pagina nuova nella vita della Chiesa, con un coraggioso rinnovamento. Il laico deve presentarsi oggi "maturo", di una statura adulta e valida: maturità acquisita attraverso un'azione personale ed una personale costruzione di una propria solida cultura. In una civiltà come la nostra in continua evoluzione, si salva solo chi è ancorato a dei Valori, a chi sa compiere in sé delle "sintesi degli opposti" cioè una "adeguazione al concreto". Un continuo partire dal concreto per elaborare da qui i concetti necessari, con aperta attenzione sui fenomeni del proprio tempo e di accostamento ad espressioni di altri secoli. Il laico "colto" è qualcosa di più di un "erudito": e questo non è privilegio di pochi, ma è sensibilità aperta agli appartenenti ‑ in forme diverse ‑ a tutti gli strati sociali. Questo vale, evidentemente, anche nel campo religioso: non bisogna accontentarsi delle formule del catechismo: il laico deve sentire il bisogno di penetrare il mistero che la fede gli pone dinanzi. Un tempo si tenevano corsi di "apologetica" per opporsi all'urto degli avversari per rispondere alle obbiezioni contro la dottrina cristiana; oggi, ciò non basta più. La fede di ognuno deve essere sorretta da una giustificazione "razionale" che regga alla spinta delle teorie filosofiche e sociologiche più diffuse: il laico oggi è impegnato ad aggiornarsi nella Sacra Scrittura e nella Teologia se non vuole ridursi ad essere ripetitore sterile di formule, né valide, né assimilate. È bene però che il laico non si consideri un "prete in giacchetta". Il laico deve avere un suo posto ed una sua funzione nell'arco della vita della Chiesa. Egli deve realizzarsi nella sua specifica vocazione di padre, di madre, di sposo o di sposa, di studente o di professionista: è nella propria famiglia, nel proprio lavoro, nel proprio ambiente che si deve rendere la prima e fondamentale testimonianza con uno "Stile" di serietà, di competenza e di onestà. Basta un Dirigente di azienda, una insegnante elementare, un docente universitario, un primario di ospedale od una infermiera per rinnovare tutto un ambiente e creare correnti di nuovi modi di pensare e di agire. Il cattolico del perenne compromesso, del minor male, del "Tutto lecito pur di fare del bene" ha reso e rende cattivo Servizio alla Chiesa in ogni tempo se vogliamo veramente vivere la Chiesa, bisogna innanzi tutto Servire la giustizia e la verità. |