Da
una e-mail ricevuta
Per
un amico...
Non
riesco a spiegare meglio di così quella riconoscenza che devo
ad un fratello scout e amico per la strada percorsa insieme e
per l'esempio che il suo sacrificio indica in questo momento.
Non c'è dubbio che la sua scelta di servizio all'interno
dell'Arma dei Carabinieri sia stata dettata dall'esperienza
scout e che le occasioni di servizio vissute in Clan abbiano
rafforzato la sua disponibilità verso il prossimo.
Vorrei
che più scout possibili ricordassero Ivan con la preghiera
del Rover e della Scolta, tante volte pronunciata insieme a
lui nelle routes e nelle veglie, preghiera capace di
risvegliare l'entusiasmo di una strada condivisa.
Inverno
1991: il dibattito nel Clan dell'Impronta del Milano 24 era
forte, acuito dal confronto sul servizio civile come unica
strada possibile per un rover dell'associazione scout
cattolica italiana. La voce di Ivan si levava fuori dal coro
per indicarci una via altrettanto degna: servire la Patria e
difendere i più deboli dalle ingiustizie nascoste nelle trame
della vita. Si respirava già quell'aria che ci avrebbe
portato, da lì a breve, a rivendicare per i giovani e per il
nostro paese un futuro di legalità nella politica e nella
società civile. La scelta di servizio pronunciata alla sua
Partenza dal Clan a vent'anni ricapitolava le sue idee: aveva
deciso di diventare Carabiniere. L'ultimo ricordo è più
recente. Con lui parlavamo delle difficoltà incontrate in
Bosnia, a Sarajevo, in Kosovo e dell'opportunità di lasciare
l'Arma e dedicarsi ad una professione normale, un po' più
tranquilla.
Ma
mentre mi diceva queste cose rivedevo in lui lo stesso
entusiasmo di sempre, la coerenza dell'impegno, la freschezza
degli ideali mantenuti nel tempo, il coraggio di giocare
sempre in prima persona. Era chiaro che avrebbe continuato a
servire.